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L'accoppiamento induttivo e capacitivo |
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DOMANDA:
mi domando come sia possibile che collegando alla rete elettrica, anche con una semplice spina, ad una presa solo il neutro ed una fase di un cavo quadripolare esterno arrivi elettricità anche nei fili non collegati al suddetto cavo; attenzione, il cavo è integro e quindi non c'è stato nessun tipo di contatto fra i conduttori all'interno: infatti successivamente l'ho anche sguainato e ne ho verificato la sua integrità. Inoltre la tensione elettrica, ad occhio tramite un semplice cercafase, è molto più bassa di quella fra la fase collegata ed il neutro, invece dovrebbe essere nulla, questo perchè non vi è stato alcun ritorno.
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Il bravo elettricista segue il progettista. |
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Il committente mi chiede di analizzare un impianto elettrico NUOVO di 2 locali, di sua proprietà, dati in affitto ad un Ente pubblico con dipendenti, poiché ha ricevuto una visita dell'INAIL (ex ISPESL) che gli ha redatto un verbale per delle modifiche da attuare agli impianti.
Le modifiche richieste sarebbero la sacrosanta necessità di un interruttore di consegna a valle del contatore dell'Ente Distributore, la differenziazione del colore del neutro col BLU nella dorsale dal contantore, la progettazione assolutamente carente.
Analizzata la documentazione e l'impianto (realizzato da circa 3 anni) rilevo:
1) mancanza di illuminazione di emergenza in quasi tutte le vie di esodo;
2) cavi dal contatore al generale in N07V-K senza protezione entro un armadio in legno;
3) linee prese protette con magnetotermico da 25 A perché altrimenti con le stufe si stacca;
4) due quadri generali in cascata nei quali non si capiscono le funzioni;
5) un progetto redatto da un illustrissimo collega che rappresenta 2 impianti elettrici separati, con contatori distinti, tramite un solo progetto con schema elettrico raffigurante: 1 generale magnetotermico e 2 colonnelli, a fronte di una sistuazione reale con 2 impianti separati e 2 quadri generali con 20 interruttori.
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Sistema trifase a 220V senza neutro |
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DOMANDA
caro ingegnere, le scrivo per avere delucidazioni riguardo un problema su un sistema trifase 220v. l'impianto, per altro eseguito a regola d'arte, su cui sono dovuto intervenire, è stato progettato e messo in opera per un utenza trifase 380 con neutro,la più comune delle utenze se mi è lecito. il problema è che la società fornitrice ha in quel punto grossi problemi a fornire detta utenza, per cui temporaneamente dobbiamo usare quella che esiste e cioé 220v trifase.
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Un amico elettricista, con il quale collaboro per progetti, mi telefona per chiedermi se in un appartamento poteva lasciare una situazione impiantistica a dir poco ardita:
ispezionando l'impianto per un ampliamento si trova davanti un quadro con un magnetotermico differenziale generale e 2 magnetotermici colonnelli per luce e prese, da cui usciva solo la fase, mentre il neutro veniva giuntato in cassetta creando un nodo comune poi portato al differenziale. Per risparmiare sull'impianto l'elettricista precedente, o meglio il criminale-elettricista, ha utilizzato solo un cavo di neutro per tutto l'impianto. Come ben sapete questa pratica è espressamente vietata nei sistemi TT in cui il neutro è conduttore attivo e va interrotto insieme agli altri, inoltre nei sistemi monofasi si deve utilizzare la stessa sezione per fase e neutro, prescrizione non garantita quando si utilizza un neutro comune per luce e prese, praticamente il neutro poteva tranquillamente andare in sovraccarico per somma delle correnti di fase senza che l'interruttore potesse intervenire.
Ho consigliato al mio amico elettricista, persona molto attenta e scrupolosa, di separare i neutri delle diverse linee, anche perchè poi lui stesso avrebbe dovuto rilasciare la Dichiarazione di Conformità.
Purtroppo nel campo impiantistico esistono diverse realtà di ignoranza, presunta furbizia, vera e propria irresponsabilità, ma sino a quando chi sbaglia non paga sono tutti bravi ad approfittarne. |
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