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Quante prese su un circuito elettrico? PDF Stampa E-mail

Domanda 1 installatore in Ospedale (zona critica sia dal punto di vista elettrico sia per la prevenzione incendi):

Egr. Ing. La ringrazio sempre per le sue celeri risposte, a tal proposito le vorrei chiedere:
--se io devo alimentare  un gruppo prese di cui 4 schuko e 4  bipasso e devo calcolare il mio interruttore  e il mio cavo. Io procedo cosi :
- 16A x220V x 0.9 (cos fi)= 3168W a presa -  3520w x 8 prese=25.344w (2.53Kw)
- poi moltiplico per il fattore di riduzione globale che per gli ospedali è 0.5 , quindi= 12.672w
- a questo punto calcolo: 12672w/230v*0.9cos fi= 61A .
Ing. mi scusi ma cosi facendo per un gruppo prese dovrei mettere (distanti 20m) un MTD da 61A e un cavo tripolare da  16 mm.
Mi puo' dire dove sbaglio perché l'ing. dell'ospedale mi ha fatto mettere un MTD da 16A e un cavo 3x2.5mmq?
grazie mille per la risposta.
RISPOSTA   1:
Quanto precedentemente scritto NON ha molto senso, è contrario ad ogni manuale dell'impiantistica. Si può anche affermare che l'Ingegnere dell'Ospedale ha PARZIALMENTE ragione: l'interruttore da 16A e il cavo di 2,5 mm^2 potrebbero andare bene, peccato che non si possono instyallare più di 6 prese nello stesso circuito, intanto perchè è un luogo a maggior rischio in caso di incendio e la CEI 64-8/7 lo vieta. Poi in ogni caso è sconsigliabile in un circuito ospedaliero per problemi di continuità.
Prosecuzione Domanda 2
oppure ing dovrei fare (--sempre per il mio gruppo prese di cui 4 schuko e 4  bipasso )
16A x220V x 0.9 (cos fi)x 0.15 (fattore riduzione prese da 16A)x 8 (prese da 16A) = 3801W  (per 8 prese)
- a questo punto calcolo: 3801w/220v*0.9cos fi= 18.3A .
cosi facendo per un gruppo prese dovrei mettere (distanti 20m) un MTD da 25A e un cavo tripolare da  4 mmq.
cosi puo' andare bene o posso ancora applicare il coefficiente di riduzione per gli ospedali che è 0.5 ??
quindi = 3801w/230v*0.9cos fi x 0.5= 9.15A
Distinti  saluti Francesco da Roma
RISPOSTA 2:
Quanto precedentemente scritto è anche questa volta parzialmente corretto, infatti: con un massimo di 6 prese possiamo correggere la formula (tensione 230 V) quindi 16A x230V x 0.9 (cos fi)x 0.15 (fattore riduzione prese da 16A)x 6 (prese da 16A) = 2980 W, il cos fi da verificare in base ai carichi. Non esistono altri coefficienti di riduzione. A seconda della zona dell'ospedale dove si trova potrebbe essere costretto ad applicare coeff di contemporaneita' = 1. La sezione del cavo di 2,5 mm^2 ha una caduta di 2,5%, potrebbe andare bene, ma dipende dalla caduta che c'è a monte.

PS: spieghi al Suo ingegnere che, per casi di inequivocabile difformita' dalle norme, Lei installatore e' co-responsabile di quanto realizzato, anche se dietro progetto di un professionista.

 
Protezione trifase di linee monofasi PDF Stampa E-mail

Buon giorno, sono un piccolo artigiano elettricista, un mio cliente mi ha chiesto di identificare il punto della norma che disciplina la scelta degli interruttori di protezione nei quadri elettrici.

In particolare abbiamo questo problema:
Su un quadro elettrico esistente ho riscontrato la presenza di un interruttore magnetotermico quadripolare a protezione di tre linee monofase.
Sul neutro sono stati collegati i tre neutri dei circuiti, le fasi invece sono state collegate una su ogni fase del circuito.
Questo è ammesso dalla norma? Dove posso approfondire l'argomento?
"L'esperienza mi porta a proteggere una linea monofase con un adeguato interruttore monofase ed una linea quadripolare con una adeguato interruttore quadripolare, ma non ho trovato nessun riferimento sulle norme in mio possesso"
La ringrazio anticipatamente della sua attenzione. Saluti, Francesco
RISPOSTA: Può lasciare l'impianto così com'è, infatti le 3 linee monofasi (quindi anche i 3 neutri) sono debitamente protetti dall'interruttore quadripolare, non vale altrettanto per la selettività: il distacco di una linea disalimenta tutte le linee. L'unico accorgimento da rispettare è che le sezioni di fasi e neutri devono essere identitche. Ovviamente la corrente nominale dell'interruttore deve verificare la portata del cavo. Per approfondire l'argomento vedasi CEI 64-8 parte 4 e parte 5.
 
Sistemi trifase a tensioni diverse PDF Stampa E-mail

Buona sera, complimenti per il blog. Volevo sapere come segnare le tre fasi nella concatenata per distinguerle dal tri fase con neutro(R-S-T-N) sistemi trifasi a 220 V concatenata e 400 V concatenata.
Grazie mille.
Claudio

RISPOSTA: Intanto le fasi si distinguono per il colore, ma penso che nel suo caso siano cavi butilici: in questo caso le fasi ed il neutro si distinguono fasciando le estremità dei cavi con nastro isolante colorato. Non c'è distinzione fra 400 concatenata e 220 concatenata, quindi si possono usare terne trifasi di colori diversi.
 
Impianto elettrico o Macchina? PDF Stampa E-mail

DOMANDA :Buonasera! Facendo un giro in internet ho avuto modo di visitare il Vostro sito.

e approfittando della Vostra competenza sono a chiederLE di potermi aiutare circa una questione che vede implicato un mio cliente.

Faccio la doverosa premessa che non ho conoscenza alcuna in materia di elettrotecnica e che sto facendo le veci di un mio cliente elettricista, al quale è stata contestata dalla ditta appaltatrice, in merito ad alcuni lavori effettuati in passato, la mancata redazione di un progetto redatto da un professionista iscritto negli appositi albi ai sensi del DM 37/2008; il mio cliente sostiene che in merito ai lavori eseguiti (installazione im  quadro elettrico automazione degassatore ed essiccatoio pot contratt. non superiore a 6KW e pot. nominale 400V, corrente di corto circuito all'origine dell'impianto 4.5 KA), descrizione schematica dei lavori eseguiti ( quadro resina, tubazioni, cavi, passerelle, morsettiere) ed utilizzando materiali opportunamente marcati CE., sia sufficiente lo schema dell'impianto realizzato e l'elenco dei materiali rilasciato appunto con la Di.Co. firmato dal responsabile tecnico dell'impresa ( ovvero lui stesso) e non dal professionista abilitato come invece richiesto e preteso dalla ditta.

 

Leggi tutto...
 
Calcolo delle correnti sul neutro PDF Stampa E-mail

Domanda

Buongiorno, ho letto con molto interesse l'articolo sul filo neutro appeso. Non e' facile trovare persone che spiegano in modo semplice cosa succede quando il filo neutro viene a mancare ed enti che siano onesti nell'ammettere l'interruzione del filo neutro

In questi giorni sto facendo delle misure di corrente con pinza amperometrica su alcuni quadri di distribuzione che alimentano luci e forza motrice, e' inutile che le dica che le linee trifasi con neutro sono tutte squilibrate e mi sono chiesto se c'e' una formula rapida per determinar la corrente che circola nel filo neutro, confermata poi da una misura con la pinza amperometrica. Cordiali saluti, Mauro

Risposta:

Grazie per i complimenti. La domanda è un pò tecnica, quindi chi legge dovrebbe sapere com’è costituito un sistema trifase di tensioni di alimentazione ed il corrispondente sistema di correnti trifase che si vengono a generare quando le tensioni si chiudono sul carico.

Le tre correnti, quando arrivano sul centro stella, si sommano in forma vettoriale (cioè in modulo e fase), dando origine ad una corrente risultante sul filo di neutro anch’essa in modulo e fase (la corrente sarebbe =0 se il sistema fosse perfettamente equilibrato). In realtà un sistema trifase costituito da carichi monofasi è molto difficile che sia equilibrato, anche per la contemporaneità di collegamento dei carichi stessi nelle diverse configurazioni della rete. Sul neutro si sommano le correnti che non si riescono a compensare tra loro, dando origine alla corrente di neutro che ritorna al centro stella del trasformatore. La somma delle correnti è un calcolo vettoriale ed è possibile effettuarla solo se si conosce lo sfasamento di ogni corrente rispetto alla tensione da cui è generata (cioé il cosiddetto fattore di potenza o cos fì). La sommatoria non è così complicata (si può fare con una tavola di calcolo ovvero con l'applicazione calcolatrice Hp48 disponibile per android e iphone, o anche manualmente per chi sa eseguire il calcolo vettoriale) il problema sta nel conoscere il fattore di potenza delle singole correnti, dato non direttamente ricavabile come il modulo delle stesse correnti (leggibile sulla pinza amperometrica).

 
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